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Il termine “holding” che deriva dal verbo inglese “hold” (tradotto in ‘detenere’, ‘possedere’). In a nutshell (come direbbero gli americani), si tratta di una società che detiene quote ed azioni di altre società, asset immobiliari e/o investimenti finanziari.

In questo senso, la holding non differisce dalle altre società di capitali se non per un dettaglio: la holding non assume mai rischi imprenditoriali. Le attività d’impresa interessano le società operative partecipate, mentre nella holding convergono gli utili dei diversi business, gli asset immobiliari e tutto ciò che genera reddito.
Non tutti gli imprenditori conoscono a fondo le potenzialità ed i vantaggi nel creare una holding, soprattutto dal punto di vista fiscale.

Altri, pur conoscendoli, li sottovalutano.

Gran parte degli imprenditori e dei professionisti pensano che la holding costituisca uno strumento appannaggio delle società di grandi dimensioni senza conoscere i vantaggi della stessa. Tutti i grandi gruppi imprenditoriali appartengono ad una holding company (familiare o di altra natura). Si tratta di società che, attraverso le quote di azionariato, controllano altre aziende al fine di tutelare maggiormente la gestione del patrimonio.

Le tipologie di holding

Le holding possono essere distinte in:

  • Holding pure (dette anche finanziarie) la cui unica attività è il controllo ed il finanziamento delle società operative partecipate;
  • Holding miste (industriali) che, oltre a detenere e gestire partecipazioni, svolgono una propria attività industriale o commerciale. In genere, le holding industriali sono possedute da famiglie o persone fisiche che traggono da questi gruppi un reddito in forma di interessi attivi, dividendi, compensi da amministratore;
  • Investment holding che hanno come unico scopo investimenti di carattere finanziario: acquisiscono partecipazioni per ottenere redditi in forma di dividendi e capital gains. A differenza delle holding pure, in tal caso difficilmente le investment holding non detengono una partecipazione di controllo ex articolo 2359 c.c.. sulle società partecipate.

Holding come strumento di pianificazione fiscale: vantaggi

In Italia, esistono 4 diversi modelli di holding (familiare, operativa, gestoria e capogruppo). Ognuna di queste tipologie condivide, tuttavia, gli obiettivi della holding che vanno dalla tutela del patrimonio aziendale alla riduzione del carico fiscale.

Rinviando ad un successivo articolo la trattazione degli obiettivi di tutela del patrimonio aziendale conseguibili con la holding, si spiegherà di seguito perché la creazione di una holding resta una delle strategie di pianificazione fiscale più semplici e performanti.

1. Dividendi: tassazione IRES all’1,2% ed esenzione ai fini IRAP

I dividendi distribuiti dalle società operativa di cui la holding detiene le quote vengono tassati ai fini IRES all’1,2% (l’imponibilità è solo al 5%, quindi si considera il 24% del 5%) ai sensi del comma 2, dell’articolo 89 del TUIR.
Si ricorda che i dividendi, se percepiti da una persona fisica (residente in Italia) verrebbero assoggettati ad un’imposta sostitutiva del 26%.

Ciò comporta che, a parità di dividendi, l’ammontare di risorse finanziarie (dopo aver pagato le imposte dovute) che può essere destinato a nuovi investimenti (finanziari, immobiliari, etc.) nel caso vi sia una holding sarà maggiore rispetto all’ipotesi in cui non vi sia una holding e quindi che le partecipazioni nelle società operative siano detenute in presa diretta da una persona fisica.

Infatti, ipotizzando che l’ammontare dei dividendi distribuiti dall’operativa sia 100 k/Euro, nel caso della holding, l’ammontare al netto delle imposte che può essere investito in altri business sarà 98,8 k/Euro (100 k/Euro – 1,2 k/Euro ) mentre nel caso di persona fisica sarà 74 k/Euro (100 k/Euro – 26 k/Euro).

2. Contributi INPS esenti

I contributi INPS gestione artigiani e commercianti non sono dovuti dai soci delle holding.

A determinate condizioni ed in assenza di un numero adeguato di dipendenti, non sono inoltre dovuti i contributi INPS relativamente ai soci lavoratori delle società operative che sarebbe invece dovuti laddove le partecipazioni di quest’ultime fossero detenute da soci persone fisiche.

3. Consolidato fiscale nazionale

Con la holding si può fruire del consolidato fiscale che permette di determinare l’IRES dovuta (non anche l’IRAP se verrà determinata autonomamente dalle singole società) sulla base di un unico reddito imponibile rappresentato dalla somma algebrica dei redditi imponibili e delle perdite fiscali (ove presenti) delle diverse società del gruppo che vi fanno parte.

Inoltre, l’eventuale eccedenza di interessi passivi indeducibili ex art. 96 del TUIR in capo ad una delle società facenti parte del gruppo può essere portata in abbattimento del reddito complessivo di gruppo a condizione che vi siano altre società che hanno un risultato operativo lordo (ROL) capiente non integralmente sfruttato per la deduzione.

Al pari, in tema Aiuto alla Crescita Economica (ACE), l’importo corrispondente al rendimento che supera il reddito complessivo netto dichiarato di una società del gruppo viene trasferito al consolidato nel limite del reddito complessivo globale netto di gruppo dichiarato.

4. Regime della PEX

E’ previsto per le holding il regime della PEX (partecipation exemption) con cui vengono detassate del 95% le eventuali plusvalenze generate dalla cessione di partecipazioni (art. 87 del TUIR) in società commerciali (indipendentemente dalla percentuale di partecipazione al capitale sociale delle stesse).

Affinché tale regime trovi applicazione è necessario che siano contemporaneamente verificati i seguiti 4 requisiti:

  • possesso ininterrotto delle partecipazioni per almeno 12 mesi;
  • classificazione delle partecipazioni tra le immobilizzazioni finanziarie a partire dal primo bilancio;
  • residenza fiscale in uno stato che non sia a fiscalità privilegiata;
  • esercizio di un’attività commerciale (senza possibilità di prova contraria tale requisito non sussiste relativamente alle partecipazioni in società il cui valore del patrimonio a valori correnti è costituito prevalentemente da beni immobili.

5. Compenso da amministratore

E’ possibile prevedere un compenso per l’amministratore della holding nonché rimborsi spese e fringe benefit (autovettura, abitazione etc.).

Gli altri vantaggi nel creare una holding

I vantaggi derivanti dalla creazione di una holding non sono di natura fiscale ma anche gestoria e finanziaria.

Vediamo qui di seguito quali sono gli altri vantaggi nel creare una holding:

  • tutela a lungo termine del patrimonio aziendale;
  • gestione patrimoniale condivisa senza il rischio di calo dell’efficienza o duplicazioni di ruoli;
  • riduzione del rischio d’impresa per ciascun business: proprietà immobiliari, diritti o beni immateriali vengono tenuti distinti dall’attività operativa;
  • migliore bancabilità delle società operative;
  • possibilità di fare un patto di famiglia con cui viene trasferito, in esenzione da imposte di donazione e successione, il controllo della società ai figli, semplificando quindi il passaggio generazionale aziendale. La holding di partecipazioni è infatti un ottimo strumento di pianificazione successoria: consente anche una buona gestione dei legami e dei flussi tra la proprietà e l’impresa;
  • possibilità di evitare o limitare gli effetti sulle società di eventuali dissidi o litigi fra soci. Oltretutto, cessioni di quote o altri passaggi sono gestibili senza interferire direttamente sul business;
  • razionalizzazione della struttura finanziaria del gruppo (la società capogruppo infatti può gestire indirettamente la finanza delle società partecipate). Tutto questo porta ad una migliore solidità finanziaria nei rapporti con le banche e ad una gestione più efficace degli utili relativi alle società del gruppo.
Pietro Cumpostu

Dottore Commercialista e Revisore Legale dei Conti si occupa prevalentemente di consulenza fiscale nazionale ed internazionale, Transfer Pricing, riorganizzazioni societarie e operazioni straordinarie.

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