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Dopo esserci occupati nei precedenti articoli della tassazione e della contribuzione INPS degli youtuber e degli streamer di Twitch, ci occupiamo oggi della cessione dei diritti di immagine da parte dei professionisti digitali ad una media company.

La trasformazione digitale degli ultimi anni ha dato vita ad innumerevoli professioni digitali di successo. Tra le più diffuse ci sono sicuramente gli youtuber, le star di Instagram e Tik Tok, influencer, gli streamer di Twitch e i performer di OnlyFans

Nella maggior parte dei casi, il modello di business dei professionisti digitali (tra tutti gli youtuber, le star di Instagram e Tik Tok, gli streamer di Twitch) prevede la coincidenza, in capo al professionista digitale stesso, della titolarità dei diritti di immagine e dello sfruttamento degli stessi.

Cosa si intende per diritto all’immagine?

Il diritto all’immagine è un diritto assoluto della persona che garantisce la non divulgazione, esposizione e pubblicazione della propria immagine senza il proprio consenso.

Cosa si intende per diritto allo sfruttamento economico?

Lo sfruttamento economico dell’immagine è invece il diritto di utilizzare l’immagine (propria o altrui) per motivi di lucro.

Alternativamente alla struttura sopra menzionata il professionista digitale può procedere alla cessione o al conferimento (se interessato ad un ruolo da socio) del diritto di sfruttamento economico dell’immagine, per un determinato periodo di tempo, ad una media company.

Cosa si intende per media company?

In termini generali, per media company si intende una società la cui attività è quella di ideare, produrre e diffondere contenuti su internet, televisione e sociale network. Nel caso di specie, la media company ideerà, produrrà e diffonderà contenuti (tra tutti con partecipazioni televisive, campagne pubblicitarie, partecipazione a film e serie TV, etc.) aventi ad oggetto l’immagine del professionista digitale.

Quali sono i pro?

I pro della proposta strutturazione del business dei professionisti digitali sono quelli di coinvolgere un soggetto specializzato (la media company) nel progetto di sviluppo e diffusione dell’immagine del professionista digitale, e quindi del suo sfruttamento economico della stessa, utilizzando nuovi canali (per esempio la televisione, campagne pubblicitarie, film e serie TV) difficilmente percorribili dal professionista digitale per sè.

Quali sono i contro?

I contro sono rappresentati dalla condivisione (seppure indirettamente) dei profitti derivanti dallo sfruttamento dell’immagine con la media company. Tuttavia, nella maggior parte dei casi le nuove opportunità lavorative sviluppate dalla media company (difficilmente percorribili dal professionista digitale senza il suo contributo operativo della stessa) neutralizzano in toto tale aspetto contrario.

Si badi bene che la strutturazione del business delle professioni digitali appena trattata rappresenta la regola nel settore dell’entertaiment inglese ed americano.

In Italia, ha fatto recentemente da apripista in materia la media company The Hundred che, lo scorso settembre, ha fondato la società The House of Talent insieme all’influencer Tommaso Zorzi a cui lo stesso ha trasferito, poco prima della partecipazione al programma televisivo Grande Fratello VIP, i diritti delle propria immagine e del suo lavoro artistico.

Pietro Cumpostu

Dottore Commercialista e Revisore Legale dei Conti si occupa prevalentemente di consulenza fiscale nazionale ed internazionale, Transfer Pricing, riorganizzazioni societarie e operazioni straordinarie.

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